“COME IN UN DIPINTO DI HOPPER”: la solitudine ai tempi del coronavirus

“COME IN UN DIPINTO DI HOPPER”: la solitudine ai tempi del coronavirus

La quarantena continua… Ormai da molti giorni siamo – a ragione – chiusi nelle nostre case, a fare i conti con il tempo che, più o meno lento a seconda delle attività che scegliamo per impiegarlo, scorre.

Nel nostro sportello di ascolto psicologico gratuito, attivato per sostenere chi è in difficoltà in questo momento, abbiamo avuto molteplici telefonate di persone che stanno facendo i conti con la solitudine, sperimentata in diverse sfaccettature: a volte è una compagna silenziosa e costante per chi vive da solo; a volte assume le sembianze di un rumore assordante per chi si sente chiuso in gabbia e senza voci amiche a sostenerlo; a volte passa attraverso le pareti di casa, dalla stanza in cui un famigliare, non sentendosi bene, è confinato.
Ascoltando le storie e le richieste di queste persone, l’immagine che si affaccia alla mente è quella degli uomini e delle donne dipinti dal pittore americano Edward Hopper, che ha rappresentato magistralmente il tema della solitudine e dell’attesa attraverso i personaggi dei suoi quadri (ne è un esempio l’immagine che vedete nel post – “Cape Code Morning”, 1950).

In questo articolo vogliamo porre l’attenzione su ciò che può nascere dalla solitudine di queste settimane e a cosa ciò può essere utile (sono aspetti difficili da immaginare, ma preziosi).
Nell’immaginario collettivo, infatti, il termine “solitudine” evoca qualcosa di spiacevole, doloroso, magari un fardello difficile da sostenere dopo un distacco; la solitudine all’epoca della quarantena, quella che molti di noi sperimentano, è legata inevitabilmente alla diminuzione dei contatti sociali (chi avrebbe mai potuto anche solo lontanamente immaginare di passare la Pasqua lontano dai propri cari o senza poter vedere gli amici?!), e all’impossibilità di dare spazio al nostro ancestrale bisogno di socialità. Sappiamo inoltre che non esiste una sola solitudine (perdonate il gioco di parole), ma che ci sono diverse solitudini; possiamo affermare che la solitudine non è necessariamente legata all’isolamento sociale (termine con il quale facciamo riferimento pensando all’attuale condizione in cui ognuno di noi è chiamato a non uscire di casa e a non avere contatti fisici con altri), e che può essere esperita anche da chi non si trova fisicamente solo ma avverte un tipo di solitudine chiamata “interiore”.

Importante è sapere che la solitudine è uno stato psicologico che passa e ritorna a fasi alterne nell’arco di tutta la nostra vita; pertanto, potrebbe essere importante soffermarsi a riflettere sull’opportunità di crescita che tale condizione ci può fornire, per esempio:

🔍 mettendoci in contatto con il nostro senso di solitudine, ci soffermiamo su noi stessi, avendo l’occasione non scontata di ascoltarci, senza alcuna fretta o distrazione;
📌 impariamo a riconoscere e accettare la solitudine come stato interiore e come tale, mutevole (all’interno della stessa giornata, avremo momenti in cui sentiamo forte la presenza della solitudine e altri in cui essa sfuma);
📎 sperimentando la solitudine, abbiamo modo di riconoscere e comprendere maggiormente quelle che sono per noi le relazioni più significative e importanti, avendo occasione di riflettere su quanto potremmo fare per impegnarci nel mantenerle e/o migliorarle.

Chiaramente questi sono solo alcuni aspetti legati al senso di solitudine, ci siamo soffermati in particolare su quegli elementi costruttivi che, se dapprima notati e poi allenati, possono paradossalmente migliorare la qualità della nostra vita.

Tuttavia, non vogliamo negare la parte complessa e attuale della difficoltà che comporta il pesante fardello della solitudine. Come affermato precedentemente, molte persone hanno chiamato al nostro sportello per il senso soffocante di solitudine che provano nella condizione di quarantena: se senti il bisogno di parlarne con un professionista per avere un ascolto competente e alcuni consigli, sappi che il nostro sportello è attivo anche per te.

📧 E-mail: info@aippa.it
📞 Cell: 351 6310550

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